Se c’è una cosa che l’emergenza Coronavirus ci sta dimostrando, è che il mondo della scuola non è pronto per l’insegnamento a distanza.
Nei giorni scorsi la chiusura di tutte le scuole d’Italia ha imposto a insegnanti e professori una ricerca impegnativa ed efficace in merito a nuovi modi per svolgere il proprio compito di educatori.
Non ci è volto molto per comprendere che il risultato è scarsamente efficace.
Inviare schede, documenti e link vari ai propri studenti non è, evidentemente, la risposta giusta all’esigenza che si è venuta a creare.
Sull’utilizzo della Realtà Aumentata e della Realtà Virtuale a scopo didattico siamo molto indietro rispetto a paesi come gli Stati Uniti. Ma mai come adesso comprendiamo l’importanza di attrezzarci in questo senso.
E si può fare, anche in tempi ristretti.
Questo perché molti colossi, in prima fila Google, hanno già da tempo investito sul settore e ora sono pronti a raccoglierne i frutti: nella maggior parte dei casi un visore è l’unico acquisto veramente necessario per cominciare.
Esistono moltissime modalità di utilizzo della realtà virtuale e aumentata a scuola, eccone alcune a seconda della materie trattate:
Geografia: con l’utilizzo della VR è possibile consentire agli studenti visite virtuali in luoghi che dal vivo non potrebbero essere visitati. Youtube, Google Maps e anche National Geographic sono già piuttosto organizzati in merito ed offrono diversi video e contenuti a 360° fruibili con la VR
Storia: Con un visore sul viso è possibile trasportare lo studente in periodi storici d’interesse a seconda del percorso didattico che seguono. Un esempio? Catapultarli nel bel mezzo di una battaglia importante, o in un’epoca lontanissima per comprendere appieno usi e costumi di civiltà ormai scomparse.
Arte: nel campo dell’arte la VR ha trovato davvero terreno fertile. Oggi è possibile visitare interi musei, o addirittura navigare dentro un’opera.
Scienze: dal seme all’albero il percorso è lungo e assistere sarebbe complicato nella realtà. Ma con la VR si può fare anche questo.
A tutto questo si aggiungono anche le numerose applicazioni nella formazione medica, nel servizio pubblico e chi più ne ha più ne metta.
Una cosa è certa: la realtà virtuale ha una marcia in più quando si parla di apprendimento, perché è in grado di coinvolgere lo studente nell’esperienza didattica attraverso la stimolazione multisensoriale, scansando così qualsivoglia distrazione esterna.
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