Stiamo vivendo un momento epocale in materia di sanità pubblica, con una pandemia inedita e inaspettata di cui non sappiamo nulla. Soprattutto, non sappiamo fino a quando durerà, che è la cosa che ci crea maggiore difficoltà.
Questo genera conseguenze enormi su economia e lavoro, date le dirette conseguenze che la diffusione del coronavirus ha generato: quarantena per tutti e chiusura immediata di attività produttive ed esercizi commerciali non indispensabili e non legati ai beni di prima necessità.
Per i piccoli imprenditori è un problema difficile da superare.
Per essere chiari, ormai abbiamo la piena consapevolezza che l’impatto del blocco totale di questa Italia Zona Rossa sarà enorme e si estenderà per molto, molto tempo.
La ripartenza non sarà del tutto semplice, specialmente per tutti quelli che lavorano a diretto contatto col pubblico e che ora sono fermi perché impossibilitati a svolgere queste attività da remoto.
Per queste realtà non esiste un’alternativa “da casa”, ed è proprio il caso, per esempio, delle sale VR o delle ludoteche o centri commerciali che dispongono al loro interno di arene adibite ad attività dove la realtà virtuale la fa da padrona. Molte di esse sono state costrette a chiudere e ci chiediamo che fine abbiano fatto i loro titolari.
Sappiamo che su di loro gravano delle spese obbligatorie e costanti, anche se sono fermi. Stiamo parlando dell’affitto, delle bollette e magari anche degli stipendi per i dipendenti. Con la piccola differenza che nelle casse dell’attività non entra denaro.
E con un’ulteriore aggravante: le attività di intrattenimento e aggregazione non potranno semplicemente ricominciare da capo come prima.
In questo caso specifico, stiamo parlando di un target composto da giovani adolescenti, una fascia di età che in questo momento particolare già sta soffrendo per le rigide ma necessarie regole di restrizione, come quella del rimanere a casa.
L’unica buona notizia, se così possiamo chiamarla, è che siamo tutti sulla stessa barca, tanto per citare le parole del Papa spese durante l’eccezionale Urbi et Orbi.
Quindi si può tentare la strada del dialogo e della comprensione (ad esempio negoziare con il locatario per il pagamento dell’affitto – se si tratta di una persona ragionevole, capirà la situazione).
Poi, senza lasciarsi prendere dallo sconforto, è importante restare in contatto coi propri clienti e rassicurarli: far capire loro che nonostante tutto ci siamo, abbiamo preso di petto la situazione e ci stiamo riorganizzando in funzione di quello che è accaduto.
I social networks sono uno strumento di comunicazione prezioso che coinvolge molto gli adolescenti: mai sparire completamente, o saremo percepiti come attività che soccombono all’emergenza.
Per rassicurare i genitori quello che possiamo comunicare sono i provvedimenti e gli adeguamenti che stiamo mettendo in atto: sanificazione degli ambienti, riorganizzazione delle attività che erano previste e che sono saltate a causa della chiusura, preparazione di nuove attività e attrazioni sulla realtà virtuale.
Ma guardiamo anche l’altro lato della medaglia. Purtroppo quando si è soli, ogni cosa sembra risultare difficile, causando lo spegnimento della motivazione.
Riorganizzare tutto da soli è davvero troppo per chiunque. Ma se fate parte di una rete franchising potete contare sull’azienda madre.
Anche quest’ultima si ritrova nella posizione di dover riorganizzare le idee e le attività ma di sicuro può farlo più velocemente del singolo, poiché ha una struttura operativa più salda e reattiva ha a disposizione più professionalità e competenze.
In Virtual Play, ad esempio, dopo aver preso atto delle direttive del governo che impongono il fermo di tutte le nostre sedi, abbiamo attivato una serie di attività a supporto degli affiliati e ne abbiamo ancora in serbo molte altre.
Dalla conference call alle dirette facebook, passando per i più innovativi dispositivi di sanificazione degli ambienti. Siamo consapevoli infatti che l’emergenza è anche nostra e non possiamo in alcun modo lasciare le sedi locali ad un infelice destino.
Chi non si è mai fermato e ha continuato a lavorare duramente, avrà un maggiore slancio quando tutto tornerà alla normalità.
C’è da dire infatti, che dopo tutto questo non si può essere così tanto ingenui da credere che riaprire le porte dell’attività significherà tornare ad incassare come ai vecchi tempi. Si scoprirà invece che il coronavirus ha cambiato tutti noi, forse per sempre, e che servirà qualcosa in più per riconquistare la fiducia dei clienti, affrontando e vincendo le loro nuove resistenze e paure.
Nella fase della riapertura dovremmo poter contare su tutto il supporto di una struttura solida e smart, perché sarà senza dubbio più incisiva, più tempestiva e più preparata di noi agli adeguamenti che si renderanno necessari.
Nessuna azienda madre che si rispetti è ferma, o almeno non lo è del tutto: in Virtual Play per esempio il team è operativo al 100%, seppur con modalità operative diverse.
Chiudiamo accordi, pensiamo al futuro formulando nuovi soluzioni per rendere le nostre attività della VR ancora più avvincenti e immersive. Tutto questo lo facciamo da casa, certo, utilizzando un po’ di più le nuove tecnologie che il nuovo millennio chi ha messo a disposizione, ma nulla è lasciato al caso.
Per cui quando finalmente avremo debellato questo nuovo cancro del paese sapremo esattamente cosa fare e come farlo.
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